tratto da Humanitas Research
Il fumo fa male e lo fa in diverse forme. Certamente quando viene inalato da chi fuma, ma anche quando viene respirato dai non fumatori. C’è però un’altra forma potenzialmente pericolosa: il fumo di terza mano. Sono i residui delle sostanze tossiche che restano sulle superfici degli ambienti in cui si è fumato: «È un concetto relativamente nuovo, su cui la ricerca sta ancora lavorando per definire completamente gli effetti nocivi per la salute. Ma in base alle indicazioni emerse dai lavori pubblicati è possibile far leva anche su questo aspetto per indurre i fumatori a smettere», ricorda la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center.
Anche il “passivo” aumenta il rischio di tumore
Il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio per la salute. Il sistema cardiovascolare e respiratorio, ma non solo, anche l’apparato osteo-articolare e la pelle ad esempio, possono subire le conseguenze nocive dell’esposizione al fumo. Malattie mortali come infarto del miocardio e ictus cerebrale vedono nel fumo un chiaro fattore di rischio, così come il tumore del polmone. Fra l’85% e il 90% di tutte le diagnosi di questa neoplasia sono correlate al fumo di sigaretta.